Docenti

La condizione degli insegnanti italiani è stata oggetto di molte ricerche e indagini (sia nazionali che internazionali), da cui è uscito uno spaccato di insoddisfazione, demotivazione, a volte vero e proprio risentimento, nei confronti di una classe politica che non avrebbe fatto nulla per contrastare questa deriva. Ci sono però anche altre ragioni, più profonde, che attengono alla crisi della relazione educativa, all’autorevolezza perduta delle figure adulte, al venire meno del senso del limite, con tutti i risvolti osservabili nel concreto dispiegarsi delle dinamiche di insegnamento/apprendimento. L’erosione del prestigio sociale (Valentino, 97) è evidente, non solo nei trattamenti economici, ma anche nel rispetto che spesso è venuto a mancare da parte dei studenti e genitori verso gli insegnanti (Cfr. Bullismo).

Il riscatto della figura del docente richiede certamente una più esplicita definizione pubblica degli standard professionali che si esigono oggi da un insegnante (Farinelli, 86). Un lavoro interessante in tal senso è stato avviato dal MIUR con il documento “Sviluppo professionale e qualità della formazione” (febbraio 2018), che individua 12 aree di professionalità, le descrive con indicatori e propone strumenti per documentare la loro progressiva evoluzione. Il nuovo modello di professionalità dovrebbe essere sperimentato in alcune realtà limitate (attivando osservazione in classe, documentazione dei processi, crediti, portfolio, bilancio di competenza, ecc.) e poi essere generalizzato tramite opportune intese con le rappresentanze professionali dei docenti (Cerini, 100). Quindi gli standard della professione dovrebbero essere non tanto fissati per legge, dall’alto, ma elaborati, fatti propri e condivisi dai docenti e dalle loro associazioni (Valentino, 99). Ciò anche per delimitare un’area professionale che si sta sempre più dilatando verso una pluralità di mansioni in educazione, come si è osservato anche nella legge 205/2017 (legge di bilancio 2018), che ha regolato la figura dell’educatore professionale e del pedagogista (Balduzzi-Guerzoni, 74).