A Giancarlo

A Giancarlo.

Ci conosciamo da molti anni, da quando ero una giovane direttrice didattica alle prese con la scuola dei moduli e con le scuole dell’infanzia; la tua presenza agli incontri di formazione con le insegnanti del Veneto forniva sempre spunti, rassicurazioni e piste di lavoro. Mi hai incoraggiata a superare l’ultimo concorso per dirigente tecnico, ricordo la tua telefonata appena erano usciti gli esiti degli scritti e il giorno prima della prova orale come la gioia condivisa del superamento. Dicevi che questo profilo abbisogna di persone che abbiano a cuore le componenti educative e psico-pedagogiche, le ritenevi prioritarie per supportare i cambiamenti e facilitare i processi innovativi.

Ci siamo trovati a lavorare su aspetti importanti, dai piani nazionali di formazione del personale, alle Indicazioni 2012, all’orientamento, al sistema di valutazione in collaborazione con INVALSI, al sistema integrato zero-sei.

Dallo scorso anno, durante il lockdown, ho potuto apprezzare le doti relazionali nel coordinamento del gruppo nazionale 0-6, la capacità di vision, la tenacia, la forza delle idee, la rete di contatti utili per far decollare le linee guida, per supportare il sistema zero-sei anche con una possibile proposta di investimenti utilizzando i fondi del recovery plan, oggi alla definizione del governo.

Eri consapevole di trattare una partita complessa ma proprio per questo sfidante e di massimo impegno. La tua regia è sempre stata puntuale, precisa in ogni dettaglio nonostante facessero capolino alcuni indizi di bisogni di cura. Abbiamo apprezzato e uso il plurale, pensando a tutto il gruppo di lavoro, la centratura sul tema come pure il continuo richiamo ai tempi di uscita dei documenti, sapevi che anche su questo si giocava la fattibilità operativa. Per ognuno eri attento a recuperare le migliori esperienze e contributi, sembrava che si stesse tessendo una trama e un ordito in cui ogni passaggio trovava composizione.

Questa descrizione perché è difficile trovare le parole per ringraziarti, è come se non ci fossero le parole giuste…porto con me, ma credo sia un sentire condiviso, la grandezza del tuo apporto e la cifra delicata, anche un po’ ironica di come affidavi un lavoro, del tuo pensiero su una qualsiasi questione di scuola. Sei un esempio della ‘scuola buona’ che c’è nel nostro paese in tante parti e che tu avevi il pregio di valorizzare ogni giorno.