Parlare di un uomo che è stato per te un modello ideale

Parlare di un uomo che è stato per te un modello ideale cui la sola idea di potervisi anche minimamente avvicinare ti sembra un’impresa impossibile non si può davvero fare. Eppure ci provo, ma solo per tentare di dare voce al senso di perdita che la sua scomparsa mi lascia, come lascia in tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo.

Tra le tantissime espressioni che me lo ricordano, una in particolare mi restituisce quello che io credo sia stata la sua filosofia personale e professionale. “L’inflessibile mitezza”, da lui richiamata durante un indimenticabile intervento riferito al ruolo degli ispettori tecnici nella valutazione esterna delle scuole, mi sembra incarni il suo stile di vita ed il suo modo di concepire il proprio impegno nella scuola e per la scuola. La sua dedizione, la sua passione, la sua attenzione ai bambini ed alla necessità di coltivarne sempre al meglio le potenzialità, la sua capacità di avere sempre uno sguardo “lungo”, il suo saper essere anche critico rispetto alle inefficienze del “sistema” – quindi il rigore e “l’inflessibilità”- non si sono mai accompagnati se non da un saper essere sempre pacato, disponibile, dialogante, aperto al confronto – dunque la mitezza – orientato a considerare il mondo scolastico non solo un’istituzione da rispettare, ma anche una comunità in cui poteva e doveva esserci spazio per tutti, non solo per i docenti, ma anche per i genitori e soprattutto per gli alunni. Il suo celebre “cosa diciamo alla casalinga di Voghera?” ci restituiva ogni volta il senso di una scuola aperta, trasparente, che ha voglia di capire e di farsi capire, che non si barrica dietro le sigle e i tecnicismi, ma che vuole dialogare con tutti perché solo la partecipazione può garantire il continuo miglioramento della didattica e dunque il successo formativo degli alunni.

Chi lo ha conosciuto, in breve, non poteva non coglierne le competenze e lo spessore di grande pedagogista, di chi sta dalla parte dei bambini per davvero, ma anche di chi sa cogliere prima e meglio degli altri i punti deboli del sistema per sforzarsi di suggerire piste e soluzioni di miglioramento.

Tutto il mondo dell’educazione esce diminuito da questa perdita, mentre a noi tutti resta solo l’impegno di non sprecare la sua preziosa ed indimenticabile lezione.