Ricordo di Giancarlo Cerini

Ciao caro Giancarlo

ti ho ascoltato l’ultima volta nel pomeriggio del 31 Marzo mentre presentavi, in qualità di Presidente della Commissione 0-6, il lavoro svolto e le prospettive da portare avanti. Mai eri stato così lucido e così straordinario nella sintesi, sempre perfetta e lineare, chiara e semplice: si è sentita tutta la tua carica e la tua energia !

È stato il tuo ultimo regalo all’Italia, alla Scuola del nostro Paese, alla scuola delle bambine e dei bambini dai 3 ai 6 anni.

Scuola materna oltre, da Napoli all’Italia intera

Ci siamo incontrati mercoledì 5 febbraio 1986 a Napoli in un circolo didattico. Lì ci siamo conosciuti, tu giovane Direttore Didattico ed io giovanissimo maestro di scuola dell’infanzia.

Eri a Napoli, una delle tue prime volte, per un convegno organizzato col CIDI di Napoli e la cara Adriana Tocco e che intitolammo “L’intrattieno de li Piccerille“; era il primo momento di fermento della grande scuola dell’infanzia di Napoli e provincia. Sabato 7 febbraio, dopo le tue articolate conclusioni del seminario, ti accompagnai alla stazione centrale attraversando una Napoli allora molto più caotica e colorata di oggi. Tu mi chiedesti: “Ma qui è sempre così?” Io ti sorridi e risposi: “In genere è peggio”. Ricordo il tuo ampio sorriso mentre ti guardavo seduto dietro la mia Renault 4 rossa.

Quel tuo primo sorriso è ancora stabile nei miei ricordi.

Tornato a Roma quella stessa sera dicesti al Cidi nazionale: sono stato a Napoli, oltre duecento maestre dell’infanzia presenti, bisogna fare qualcosa per la scuola dell’infanzia.

Da quell’occasione abbiamo percorso tanta strada a difesa, prioritariamente, della scuola delle bambine e dei bambini, quella scuola dell’INFANZIA in cui abbiamo creduto in pochi in questi ultimi quarant’anni. Costruimmo insieme il gruppo nazionale Scuola Infanzia del CIDI seguito personalmente da Luciana Pecchioli, grande Presidente nazionale del CIDI, che ci accompagnò fino ad uno straordinario convegno nazionale “Ricomincio da tre” a Genova qualche anno dopo.

Gli Orientamenti e le Indicazioni Nazionali

Siamo stati protagonisti insieme per la revisione degli Orientamenti del 1968 che portò al bellissimo momento nazionale di discussione di 22.000 schede inviate dalle scuole di tutt’Italia per l’uscita del documento intermedio (1989) e dei successivi Orientamento 1990-91. Il cidi nazionale e noi giovani maestri fummo costruttori di quella prima grande rete nazionale di comunicazione, discussione, dialogo che tu hai voluto in tutte le sedi. Ugualmente è avvenuto per le Indicazioni Nazionali dal 2007 al 2012 con un lavoro di tessitura saggia e prudente da parte tua e con l’aiuto che cortesemente mi chiedesti insieme con Marco Rossi Doria.

Guida per tanti, una guida ed un maestro per me

Pur attraversando tanti ruoli nel Ministero dell’Istruzione, l’amore per la scuola dai 3 ai 6 anni è stato sempre il centro maggiore del tuo interesse emotivo quasi a rafforzare l’amore verso le due donne più importanti della tua vita.

Sei stato una guida per decine di migliaia di docenti di tutta la scuola italiana.

Per me sei stato un compagno, una guida, un maestro…

Sei stato un esempio di rara intelligenza e di scrupoloso lavoro al servizio di tutti noi operatori culturali del sistema italiano dell’istruzione.

Abbiamo lavorato in ruoli, regioni ed ambiti diversi e, da lontano, ho seguito il tuo incessante lavoro di riordino che facevi per tutti noi. Ci siamo incrociati tante volte, ed ogni volta avevi una cosa da darmi, una lettura da suggerirmi, un documento importante da diffondere, la richiesta di un articolo o di un intervento.

Instancabile girovago e talent scout

Non ti fermavi mai.

Ricordo le pause argomentate nelle lunghe giornate a piazza Sonnino a Roma o le serate a Scanno e ad Ischia: continuavi sempre a rimettere in gioco alcuni concetti sui quali magari avevi vivacemente orientato e creato il fermento di confronti sereni ma anche a volte accesi tra tanti di noi.

Ricordo la tua meraviglia quando – venuto in Villa Bruno a San Giorgio a Cremano – ti guardasti intorno e dicesti: “Una biblioteca in stile finlandese” riferendoti a quanto creato dalle migliori amministrazioni comunali della città.

Eri sempre pronto a cogliere tutto, i tuoi occhi e la tua vivace intelligenza parlavano anche quando eri stanco e avevi bisogno di fermarti un attimo.

Perfino aspettando un treno nelle stazioni di Bologna o Roma Termini tante volte mi hai suggerito azioni o riflessioni: approfondire quel testo, quel libro, l’ultima pubblicazione di grandi come Bruner, Gardner, Bronfenbrenner. Sempre mi chiedevi e orientavi: dobbiamo fare questo…… preparami una cartella massimo due su….

Hai girato l’Italia in treno per oltre quarant’anni con una tenacia e costanza ammirevoli, esemplari, uniche, dal Piemonte al Friuli, dalla tua Emilia Romagna alla Sicilia e in Sardegna. Ogni volta tornavi raggiante per aver scoperto pezzi di Italia che innovavano, nuove professionalità da organizzare, orientare, supportare, motivare.

Sai Guglielmo, ho trovato maestre in Sardegna molto attive”.

Me and you

Nonostante le nostre visibili diversità di approccio alle questioni della scuola, ci siamo sempre guardati e stimati da lontano.

Costantemente ci siamo incontrati in tante occasioni: CIDI, Andis, Giunti, Ministero, USR Campania e, in ultimo, gli amici della Tecnodid. Mesi ed anni scanditi dal lavoro che tu svolgevi a livello nazionale parallelamente al fare scuola di tanti di noi tuoi sicuri riferimenti nei vari territori. Ci siamo incontrati tante e tante volte anche impegnati in vari progetti formativi ed editoriali come gli ultimi concorsi a dirigente scolastico e l’ultima tua idea: dare corpo ad un forte asse “ZEROSEI” per sostenere la nascita di un sistema formativo per i più piccoli in tutto il territorio nazionale.

Dopo qualche anno ho visto con piacere che apprezzavi le mie metafore tipo “Oceania, la pedagogia dell’intraprendenza” e quei tuoi occhiali sopra la fronte ed il tuo immancabile sorriso da fratello maggiore che mi aiutavano a continuare ad essere così come sono.

Da te ho imparato perfino a tenere meglio insieme le “mie carte”.

Ti ricordo infaticabile con borse e zainetti, con i tuoi quaderni pieni di appunti e le penne che riponevi per riprenderle e dare spazio, in vari fogli, ai suoi tanti pensieri che riuscivano a tenere insieme centinaia di concetti. Ho sempre ammirato quelle sintesi piene di elementi importanti. Da te ho imparato ad avere un astuccio con penne colorate ed evidenziatori e le immancabili caramelle da scambiare quando eravamo allo stesso tavolo di lavoro.

Ricordo una volta che, dalle parti di Torre Argentina a Roma, mentre aspettavamo un bus mi passasti uno dei primi numeri di cidi-infanzia di Forlì che tentammo di diffondere in tutt’Italia. Avevi sempre una mano da dare e tanti consigli da suggerire.

L’amico Antonio Crusco

Hai continuato a lavorare con penna e foglio ed a spiegarmi la complessità della logica dei piccoli passi, specie nelle sedi istituzionali. Hai lavorato con pazienza per tanti anni, una pazienza che solo tu hai avuto, per dare senso al lavoro delle maestre e dei dirigenti scolastici che in città e regioni diverse hanno fatto il loro meglio per dare forma alle tue proposte ed idee.

Mi confidavi ogni tanto le difficoltà dell’apparato e le resistenze ministeriali, la tua voglia di scavare come “goccia nella roccia”. Tu prudente e sarcastico, laborioso e organizzato ed io inquieto, a volte negazionista, a volte fuggitivo in avanti, forse troppo avanti.

Antonio Crusco con la pazienza che lo caratterizza mi ha voluto ed accolto in Tecnodid e qui, anche in Scuola7, mi ha affiancato a te come un’edera che si lega ad un grande edificio ed a volte l’ho scoperto guardarci insieme da lontano con quelle soddisfazioni che lui stesso conserva per sé. Lavorare al tuo fianco non è stato facile perché valorizzi le doti di ciascuno e chiedi tanto. Questo è meraviglioso perché lentamente mi hai portato a riflettere ed avere perfino più visioni di quante io già ne avessi e soprattutto ad orientarle meglio. Ogni mattina ti svegliavi con un’idea nuova e tanta energia dettata da un’incrollabile fiducia nella collaborazione tra le persone di scuola tra le più serie e colte, più disponibili a studiare ed a fare.

Ciao Giancarlo

Chi ti conosce sa che non ti sei fermato e sappiamo di cosa ti stai già occupando.

Anche in questo, silenziosamente, ti ho guardato da lontano apprezzando la forza ed il coraggio di ogni tua giornata.

I tuoi occhi, il tuo sguardo, il tuo procedere, il tuo ascoltare tutti e prendere note ed appunti.

Ora posso dirti che ho visto le tue mani che prendevano appunti e sapevano fare tanto altro, osservato la tua incredibile memoria e chiesto il numero i miliardi di parole lette e scritte, ascoltato il tuo eloquio possente e sorridevo sapendo che tutta la tua intelligenza così come il tuo cuore generoso e dialogico erano già lì dove sei ora.

Ciao Giancarlo, grazie di cuore per tutto quello che hai dato a me e per tutto quello che hai fatto per tanti di noi.

Io amo la Luce ed il Mare e so che continuerò ad ascoltarti e vederti molto molto spesso.

Un abbraccio forte.