Non ce l’ho fatta a parlare

Non ce l’ho fatta a parlare di Giancarlo da quando martedì mi ha raggiunto la notizia della sua morte. Per quanto tutti seguivamo con apprensione il suo stato di salute, capendone bene la gravità, in fondo al cuore la speranza che ce l’avrebbe fatta non mi ha mai abbandonato…

Non mi permetto di annoverarmi tra gli amici di una vita, io ho studiato dai libri di Giancarlo, per me era l’Ispettore Cerini…poi l’ho conosciuto e ho conosciuto una delle sue più grandi doti, la capacità di ascoltare. Il suo era un ascolto fatto di rispetto, di curiosità verso l’opinione dell’altro, di attenzione per i diversi punti di vista che si possono avere e che lui non censurava mai. È per quella sua dote che abbiamo cominciato a collaborare, a scrivere insieme, a organizzare convegni … ed io mi sono sentita come quando arrivò Maradona a Napoli e i suoi compagni di squadra, dopo gli allenamenti, gli chiedevano l’autografo. Giancarlo sorriderebbe per questo accostamento…abbiamo sempre scherzato delle nostre distinte fedi calcistiche…

Ecco, il sorriso di Giancarlo è un’altra cosa che non mi lascerà mai, un sorriso dolce e profondo con cui ci ha accompagnato fino alla fine, sorrideva anche nelle foto che ci inviava in ordine sparso, per raccontarci come procedevano i suoi giorni. Ho sentito un sorriso anche in uno degli ultimi messaggi che ha postato in una delle tante chat di lavoro, con lui e Mariella, quasi a giustificare il fatto di non riuscire ad esserci con il solito ritmo.

È difficile distinguere il lato privato di Giancarlo da quello professionale, lui ha vissuto per il mondo della scuola e il mondo della scuola lo ha ricambiato con stima e ammirazione ed è per questo connubio unico che tutti percepiamo un vuoto immenso e partecipiamo insieme a un lutto collettivo.

Io porterò con me il privilegio di averlo conosciuto, un incontro nato in ambito professionale e diventato presto molto altro, ed è molto altro rispetto a quanto riesco a dire che mi mancherà di lui. Ciao Giancarlo, grazie.