Nel rivedere il primo numero di Scuola7

Nel rivedere il primo numero di Scuola7, mi accorgo che era dedicato alla riforma zero-sei, l’ultima grande impresa politico-pedagogica di Giancarlo. Basterebbe solo questo per dire come dentro la bella intuizione che ha dato vita nel 2016 a questo settimanale – snello, ma essenziale, sempre dedicato ai temi “caldi” in maniera mai solamente cronacistica – c’è tutto il mondo della scuola di Giancarlo.

Le prime volte era lui, a metà settimana, a cercarti e a proporti l’argomento, legato a un decreto, una circolare un’iniziativa, una scadenza: “senti Giorgio, non è che scriveresti un paio di cartelle su.., al massimo domenica” e giù un breve ma densissimo scambio di idee che in realtà era quasi sempre un ascolto attento, perché in pochi minuti, dovevi cogliere il senso appunto non “cronacistico” che dovevi dare al pezzo, l’incastro con gli altri articoli, perché nella sua mente il numero era già bello e pronto. “Senti su questa cosa direi che…” e giù indicazioni, rimandi, citazioni; in due minuti, smontava e rimontava, un decreto, una nota, le linee guida di educazione civica, la circolare sulla valutazione esterna, la nota sul RAV o sul modello del PTOF.

Ecco perché, quando vedevo il suo nome al cellulare, afferravo il primo pezzo di carta nei paraggi per prendere un appunto, fissare una parola, un’intuizione, perché le sue chiavi di lettura erano sempre “altre”, di scenario, mai banali e non definitive perché aperte al tuo contributo.

Per le prime collaborazioni, prima della pubblicazione, interveniva la sua mano nella revisione del pezzo, nella divisione del testo, nella titolazione; col tempo gli consegnavo il pezzo bello e finito. Col tempo (che oramai ti eri sintonizzato sul suo modo di vedere l’attualità dei temi, di fiutare l’aria che tirava) eri tu a proporgli gli argomenti e mai un rifiuto; semmai ti diceva “su ‘sta cosa siamo già pieni per questa settimana, ma lo pubblico la prossima, magari se gli dai un taglio più così…” e mentre parlava al telefono vedevi le tre dita della mano destra accartocciarsi come faceva spesso durante i suoi ragionamenti pubblici, ad accompagnare il pensiero. Vedevi, nella trama delle parole, dispiegarsi le sue mappe concettuali con i ghirigori, le frecce e le parole dei suoi fogli-appunti, colorati densi, essenziali e di una razionalità inarrivabile.

Così le due ore della domenica pomeriggio, come oggi, erano dedicate alla “consegna” per Scuola7. E come oggi, ve ne saranno ancora di pomeriggi dedicati alla scrittura per Scuola7 e per Giancarlo, maestro gentile di tutti noi.