Concorsi

Il reclutamento dei docenti ha rappresentato per tutto il 2019 un tema ricorrente nelle preoccupazioni del Governo, nelle trattative con i sindacati, nelle aspettative del Paese e non sempre queste spinte trovano il modo di comporsi. All’orizzonte sta un nuovo modello di formazione iniziale dei docenti, che dovrebbe prendere il posto del percorso professionalizzante previsto dal D.lgs. 13-4-2017, n. 59, cassato dal Governo giallo-verde. Ma le nuove ipotesi, che dovrebbero essere affidate ad un disegno di legge in fieri (si parla di una laurea magistrale abilitante per i futuri docenti) si scontra con l’esigenza di non deludere le aspettative delle migliaia di precari dopo anni di servizio nella scuola. Tutto ciò poi avviene sotto l’urgenza delle emergenze dovute alle necessità di assicurare funzionamento e continuità del personale ad ogni ripresa di anno scolastico (v. Calienno, 151). Inoltre, in alcune regioni si manifesta carenza di docenti, specie di sostegno e nelle discipline scientifiche, in altre un’eccedenza rispetto al fabbisogno reale. E già incombono le prime avvisaglie del decremento demografico e gli effetti delle turbinose riforme delle pensioni (v. Rubino, 163).

In questo contesto affaticato, i concorsi riservati (già svolti per la scuola dell’infanzia e primaria e in previsione per la scuola secondaria) rappresentano la strada quasi obbligata per offrire opportunità di sistemazione al precariato storico, fatta salva l’esigenza di delimitare con attenzione la platea degli aventi diritto (v. Bottino, 154). Dopo molte vicissitudini, il decreto scuola ha cercato di offrire una soluzione che prevedesse un doppio canale, fatto di concorso riservato per i precari con determinati requisiti (e con alcune soglie di verifica delle competenze culturali e professionali), e di concorso ordinario, per venire incontro alle aspirazioni dei docenti neo laureati (v. Spinosi, 158). La conversione in legge 20-12-2019, n. 159 del D.L. 29-10-2019 n. 126 ha comportato qualche scaramuccia, non ancora sopita, con le organizzazioni sindacali (v. Calienno, 165) ed alcune oscillazioni delle disposizioni di legge, dovute anche alla rapida successione sulla scena di ben tre ministri dell’istruzione nel medesimo periodo di incubazione del provvedimento su reclutamento e concorsi: Bussetti, Fioramonti, Azzolina.