Le novità in materia di formazione in servizio contenute nella legge 107/2015 hanno certamente comportato un deciso incremento delle attività di aggiornamento. I fondi sono aumentati, sia in forma di Card del docente (circa 360 milioni annui), sia per i finanziamenti alle scuole (circa 40 milioni). Occorre poi aggiungere le autonome iniziative messe in campo da università, associazioni professionali, agenzie

La “questione” dirigenti scolastici è stata al centro di molte attenzioni e preoccupazioni del mondo della scuola. Quasi tutti sono disponibili a riconoscere che la presenza di una efficace leadership negli istituti scolastici è elemento decisivo per la qualità dell’organizzazione didattica e per gli stessi esiti formativi degli allievi. Ma poi le idee sulla dirigenza divergono nel delinearne le caratteristiche.

Sta per finire una legislatura che ha visto l’approvazione di un corposo provvedimento (la “Buona Scuola”: Legge 13 luglio 2015, n. 107) e di otto decreti legislativi attuativi, che ridefiniscono aspetti importanti della vita della scuola. Le critiche rivolte ai provvedimenti sembrano superiori ai consensi, e tendono a sottovalutare la portata positiva di alcune novità: l’aumento effettivo di risorse finanziarie

L’entrata in vigore del D.lgs 66/2017 (uno degli otto attuativi della legge 107/2015) ridefinisce le coordinate dei processi di inclusione degli allievi disabili nelle scuole del nostro Paese. Non si parte dal nulla perché l’integrazione scolastica vanta ottime leggi (a partire dalla 517/1997 e dalla 104/1992), ma non sempre la qualità dell’integrazione è stata realmente garantita in tutte le realtà.

Quando si affronta il tema della valutazione degli allievi, il dibattito si fa subito vivace e coinvolge molti opinionisti. In effetti la questione presenta numerosi risvolti: dal sistema degli esami alle forme di valutazione (voti, giudizi, ecc.), dalle prove Invalsi alla certificazione delle competenze. Tutte queste procedure negli ultimi anni sono state oggetto di intervento legislativo, quasi alla ricerca di

Il D.lgs. 59/2017 chiama fortemente in causa l’Università nel nuovo modello di formazione dei docenti della scuola secondaria. Infatti è previsto un innovativo percorso triennale post-lauream (definito FIT) cui si accede per pubblico concorso, che immette i vincitori in un ciclo di formazione e tirocinio, da svolgere il primo anno presso l’università e poi direttamente nella scuola, ove il neo-docente

Tra gli aspetti oggetto di maggior discussione nella scuola di oggi sta certamente la previsione di esperienze di alternanza scuola-lavoro nell’ultimo triennio di ogni indirizzo della scuola secondaria di II grado (per 200 ore nei Licei e 400 ore nei Tecnici e Professionali). Questa innovazione viene considerata indispensabile da molti osservatori, per colmare la distanza che separa la cultura scolastica

Dopo molti tentativi di riforma degli ordinamenti che si sono succeduti negli ultimi vent’anni (come non pensare alle riforme dei cicli promosse dai Ministri Berlinguer e Moratti nel 2002 e nel 2003), sembra tramontata la stagione delle grandi riforme di struttura. Gli attuali ordinamenti scolastici sono stati ridefiniti nel quadro di politiche scolastiche dominate dall’esigenza di razionalizzare la spesa pubblica,

Il dibattito culturale sulle prospettive della scuola italiana è stato fortemente segnato dalla denuncia circa le (presunte?) defaillances degli studenti italiani nelle competenze linguistiche fondamentali (capacità di argomentazione, di comprensione, di sintesi e scrittura, ecc.). Valenti accademici sono scesi in campo con accorati appelli volti a ripristinare serietà e rigore nell’acquisizione delle abilità linguistiche di base a tutti i livelli

Si iniziano a tirare le somme dopo i primi due anni di vigenza del PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale), e si scopre che molto è stato fatto in materia di infrastrutturazione digitale, di formazione del personale, di innovazioni metodologiche e didattiche, ma anche che, in un quadro di comparazione europea, i dati sul digital divide dell’Italia sono ancora pesanti: appena

I Rapporti annuali sull’edilizia scolastica nel nostro Paese, curati ogni anno da “Cittadinanzattiva” e da “Legambiente” hanno il merito di gettare un fascio di luce su uno dei problemi più spinosi del nostro sistema scolastico: la qualità degli edifici che ospitano le scuole, la loro sicurezza, la loro funzionalità didattica. I dati confermano (cfr. Sozzi, 61) che siamo in presenza

Il tema delle competenze di cittadinanza è già da alcuni anni al centro dell’attenzione delle scuole, sia perché richiamato nei documenti curricolari (si citano, per tutti, le Indicazioni nazionali per il primo ciclo, 2012), sia perché è stato istituito fin dal 2008 (nel corpus della legge 169) l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”. Si tratta, appunto, di un insegnamento e non

Sono state numerose le iniziative culturali realizzate in occasione dei 50 anni della scomparsa di Don Milani, il priore di Barbiana. Se, a distanza di tanto tempo, quella testimonianza aspra e ruvida di un prete che abbandona gli agi della sua condizione sociale per salire (anzi per essere mandato) in una sperduta canonica del Mugello colpisce ancora per la sua

Nel corso del 2017 si è dispiegata la prima annualità del Piano Triennale per la Formazione dei Docenti (PNFD), approvato con il DM 797/2016. Come è noto, a seguito della legge 107/2015 la formazione in servizio del personale docente è diventata “obbligatoria, permanente, strutturale” (anche se mancano ancora le regolazioni contrattuali per dare pieno vigore ad affermazioni così impegnative). Ingenti

Un fondo per sostenere l’autonomia Da oltre vent’anni (in virtù della Legge 440 del 18-12-1997) ogni anno una quota di risorse finanziarie viene messa a disposizione delle scuole per ampliare ed arricchire l’offerta formativa (Fondo 440). L’utilizzo dei fondi ha subito nel corso degli anni una decurtazione, seguendo le vicissitudini finanziarie non sempre brillanti del nostro Paese, ma continua a

Un’innovazione condivisa? Giunge assai opportuna la pubblicazione ufficiale sul sito del MIUR del Rapporto conclusivo della sperimentazione dei nuovi modelli di certificazione per il primo ciclo di istruzione. L’iniziativa era stata avviata nell’a.s. 2014/15 con la CM 3 del 13/2/2015, ed aveva progressivamente coinvolto nel triennio un ampio numero di istituzioni scolastiche, fino a giungere al numero di 2.689 nell’a.s. 2016/17. Contemporaneamente

Nuovi finanziamenti per il 2017-18 Sono stati comunicati con la nota 47777 dell’8 novembre 2017 gli importi dei finanziamenti disponibili per realizzare attività di formazione in servizio per i docenti per l’anno 2018. Si tratta della ragguardevole cifra di 29,6 milioni di euro, destinati a questo obiettivo dalla legge 107/2015 che ha reso “obbligatoria, permanente, strutturale” la formazione per gli insegnanti (innovando

Vietato ai maggiori di 18 anni

Un dibattito di fine estate? Ha fatto scalpore, soprattutto sulle prime pagine dei grandi quotidiani nazionali, l’ipotesi di riaprire il discorso complessivo sui cicli scolastici, anche immaginando soluzioni radicalmente innovative, come il termine del percorso scolastico a 18 anni di età (rispetto agli attuali 19) o la riduzione della scuola secondaria di II grado ad un quadriennio oppure il “compattamento”

Si sono create molte aspettative nella scuola italiana attorno al tema della formazione in servizio, definita dalla legge 107/2015 “obbligatoria, permanente, strutturale”. Il punto di partenza è assai fragile: la formazione (per lo più in forma di aggiornamento frammentario) è un’esperienza marginale per gli insegnanti italiani e bassi appaiono i livelli di partecipazione (come pure la scarsa soddisfazione per attività

Il tema dell’equità rappresenta uno dei valori fondanti della nostra Carta Costituzionale (l’art. 3 impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla piena uguaglianza tra i cittadini) e costituisce un principio ispiratore per ogni sistema educativo. L’equità dei risultati (potremmo parlare del “valore aggiunto” apportato dalla scuola) è una delle priorità data al sistema nazionale di valutazione,

L’impressionante diffusione dei dispositivi tecnologici e la pervasiva presenza di connessioni in rete tra una pluralità di soggetti, tra cui anche i nostri ragazzi, ha determinato elevati livelli di allarmismo sociale ed educativo. Di fronte a “generazioni permanentemente connesse” è facile reclamare controlli, divieti, ritorni all’età dell’oro del libro e della penna. Occorre assumere un atteggiamento realistico, saper vedere le

Sono molte le questioni che si addensano attorno al tema della valutazione degli allievi. I livelli di apprendimento sono oggetto di periodiche rilevazioni nazionali e internazionali (e ne parliamo nella voce INVALSI), i dati complessivi sul rendimento scolastico costituiscono un’informazione pregiata per esprimere una valutazione sul “valore aggiunto” di una scuola (e se ne parla nella voce SNV). Gli apprendimenti,

Il rapporto della scuola con la cultura umanistica (le lettere, l’arte, i saperi disinteressati in generale) è per molti aspetti ambivalente. La scuola (soprattutto quella secondaria di II grado) viene spesso considerata troppo legata alla sua matrice gentiliana, per la centralità delle discipline letterarie, storiche, filosofiche. Si pensi al paradigma del liceo classico, come prototipo della formazione per i ceti

Il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) rappresenta certamente un tentativo organico, con le sue numerose azioni (35), di recuperare il ritardo (digital divide) che il nostro paese ha accumulato nei confronti degli altri partner non solo europei, attraverso un deciso investimento nel mondo della scuola. Non sono mancati, a partire dall’avvio del Piano (DM 851/2015), i momenti di confronto e

Il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) delle scuole, istituito operativamente con il Regolamento DPR 80/2013, si sta sviluppando nella successione delle diverse sequenze programmate: autovalutazione, valutazione esterna, miglioramento, rendicontazione sociale. Il ciclo valutativo, ricorsivo, è triennale, anche se le diverse fasi non sono perfettamente allineate. Si pensi ad esempio alla valutazione esterna delle scuole: solo il 5% delle istituzioni scolastiche

Non si può dire che la parola “riforma” sia assente dal lessico della scuola italiana, anzi molto spesso abbiamo assistito ad un vero e proprio abuso del termine. Passata la stagione dei grandi tentativi di riordino dei cicli (Berlinguer, 2000 e Moratti, 2003), non a caso oggetto di critiche corrosive, i Ministri che si sono via via succeduti hanno in

E’ vero che le leggi, gli ordinamenti, i documenti ufficiali della scuola (PTOF, RAV, PdM…) rappresentano bene l’organizzazione istituzionale e il funzionamento del nostro sistema educativo. C’è però un’altra scuola, apparentemente minore, che è fatta di piccoli episodi (un cellulare che squilla inaspettatamente, una benedizione pasquale rifiutata, un panino non autorizzato…), che però tanta parte assumono – a torto o

Il rapporto tra mondo della scuola e mondo dell’economia soffre di un approccio tradizionale: la scuola rivendica la sua funzione culturale “disinteressata”, mentre l’impresa spinge per intercettare le domande e le innovazioni del mercato. Evidentemente sono due visioni diverse, apparentemente inconciliabili, che non danno ragione dei nuovi scenari globali ove cultura, competenze personali, livelli di istruzione, diventano indispensabili fattori di

La scuola italiana è finita spesso sotto accusa perché ritenuta poco permeabile alle innovazioni metodologiche e didattiche. Alcune ricerche realizzate intervistando gli insegnanti confermano la forte prevalenza nella pratica quotidiana di didattiche espositive e frontali. Insomma, la forza della tradizione è assai più persistente delle nuove didattiche che coinvolgono solo pochi gruppi di innovatori. Tuttavia il pianeta “innovazione” è in

La legge 107/2015, oltre ad avviare un ampio programma di assunzioni in ruolo di personale docente (anche per smaltire le graduatorie ad esaurimento), aveva ipotizzato importanti novità nella gestione del personale. In particolare l’idea forte era quella di superare la titolarità su una specifica sede scolastica, in favore di una titolarità più ampia (di ambito, la nuova configurazione territoriale sub-provinciale),