la settimana scolastica
12 marzo 2018, n. 81
In questo numero parliamo di:
Dopo la competizione elettorale: un’agenda nazionale per la scuola (M.G. Dutto)
Primo ciclo e scuola dell’infanzia: i nuovi scenari (M. Spinosi)
Concorso regionale docenti abilitati (R. Calienno)
Anticipazioni sulla mobilità del personale scolastico (a.s. 2018/2019) (A. Bottino)
Agenda 2030 e sviluppo sostenibile (M.P. Bettini)
Carta docente: istruzioni per la rendicontazione
Concorsi 24 mesi ATA: modelli di domanda
Progetto Educazione Finanziaria nei CPIA
Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo
Graduatorie terza fascia ATA: scelta delle sedi
Assistenti di lingua straniera: assegnazione a.s. 2018/19
Settimanale di informazione scolastica.
© Tecnodid Editrice - Piazza Carlo III, 42 - 80137 Napoli
Il caleidoscopico paesaggio dei programmi dei partiti italiani, forse indotto anche dalla legge elettorale in vigore, potrebbe indurci a considerazioni superficiali. In realtà il nostro sistema di istruzione e di formazione ha una solida struttura storica e una ragionevole funzionalità, anche se i risultati sono positivi solo per una parte del Paese: i manifesti elettorali riflettono questa dicotomia, ma possono essere la base per una ragionevole agenda per il futuro della scuola italiana.
Il confronto con il programma di un candidato alla presidenza della Repubblica francese, che ha una chiara, concreta e puntuale idea delle priorità che intende perseguire per la scuola, e con il pragmatismo delle posizioni dei partiti inglesi, attenti alle singole articolazioni del sistema, con uno sguardo alla performance degli studenti, può essere fonte di riflessione.
A conclusione degli appunti sui programmi dei principali attori in campo per le elezioni del 4 marzo 2018 (mgdutto.wordpress.com), vorrei provare a fare una sintesi delle priorità di azione per il prossimo governo del Paese.
Recuperare al più presto i ritardi accumulati e gli errori commessi, con una condivisione delle relative priorità di azione, senza pensare che siano problemi semplici da risolvere, o che esistano ricette istantanee che attori disattenti non avrebbero adottato. Il superamento dell’inerzia è stato determinato, per la situazione dell’edilizia scolastica, dalle evidenze ormai condivise sull’inadeguatezza diffusa e dagli eventi drammatici che si susseguono; per la stabilizzazione dei precari dalle norme europee; per i servizi della prima infanzia dalla domanda insopprimibile e dal divario comparativo inaccettabile. Su questa base è indispensabile dare continuità alle azioni già in corso con un ri-orientamento strategico (stimare tempi e costi per raggiungere una situazione positiva a regime), con un approccio prammatico, scandito da traguardi da tagliare, che trasformi i ritardi accumulati, rispettivamente, in un riuscito rinnovamento ecologico delle nostre scuole, in una teacher policy che il Paese merita, e in una garanzia di un avvio robusto, inclusivo e creativo, del percorso formativo per tutti i nuovi cittadini.
Prendere di petto la performance degli studenti, in particolare i limiti nella preparazione degli studenti italiani nelle discipline di base, chiamando alla responsabilità i dirigenti di scuola, i docenti e gli amministratori dell’istruzione. Occorre un piano per migliorare sostanzialmente le performance, com’è avvenuto per la matematica[1], ma operando con maggior rigore e celerità. Sono da identificare i punti deboli nelle logiche di azione di tutti gli attori in campo, dai docenti ai dirigenti, dagli amministratori ai genitori. Questo presuppone che si continuino a condurre valutazioni standardizzate, anche su campioni rappresentativi, con articolazione regionale: la presa di responsabilità deve scaturire da diagnosi puntuali e metodologicamente corrette. È indispensabile che il progresso degli studenti diventi la bussola per tutte le misure che si propongono o che si adottano.
Fare della lotta alle disuguaglianze una grande priorità nazionale: lo studente di Bergamo come lo studente di Otranto devono raggiungere i medesimi livelli di abilità; la studentessa di Cuneo e la studentessa di Caltanisetta non solo devono avere le stesse opportunità, ma devono arrivare a traguardi comparabili. Esistono indicatori che permettono di monitorare i miglioramenti da perseguire e raggiungere. Nelle nostre scuole ci sono studenti capaci e meritevoli, come si esprime la Costituzione, ma anche studenti non capaci e non meritevoli, che la scuola non può escludere dalla propria missione. La lezione della Scuola di Barbiana deve servire non per la facile retorica bensì per un rigoroso approccio a contenere il più possibile l’impatto dei fattori socio-economici e di background culturale sui percorsi di istruzione e formazione. È una questione di equità, ma anche un’esigenza del Paese per la cui crescita occorrono talenti in misura superiore rispetto al passato.
Costruire un grande cantiere sul miglioramento e sviluppo delle culture professionali dell’insegnamento: senza un profondo e continuo rinnovamento della didattica, degli ambienti di apprendimento e dei processi di insegnamento, non è possibile guardare al futuro delle nuove generazioni. Entrano in campo, in questa ottica, la ricerca scientifica, la sperimentazione, l’innovazione tecnologica, la progettualità sul campo degli insegnanti, e occorrono attori capaci di stimolare, motivare, coltivare il cambiamento con strategie di nuovo conio, pur innestate sulle pratiche positive di ieri. Misure adottate (il bonus formazione) o indicate (équipe territoriali…) possono confluire in un’agenda dedicata. In questo quadro si inserisce l’opportunità che si apre con il superamento del nodo del precariato e il nuovo regime di formazione iniziale, per una presa in carico a tutto campo di quella che viene chiamata teacher policy, e che riguarda tutte le decisioni pertinenti per assicurare ad ogni studente di trovare insegnanti professionalmente preparati a prescindere dalla scuola frequentata e dal territorio di residenza.
Curare con determinazione la creazione e lo sviluppo di strutture di implementazione in grado di assicurare la messa in opera delle decisioni che si assumono. Senza una profonda transizione delle culture amministrative, e senza l’inserimento di culture tecniche e manageriali[2], è difficile poter disporre di quella burocrazia che serve per tradurre intelligentemente in pratiche positive le intenzioni, e per difendere le ragioni della scuola e dell’educazione. La relativa penombra che avvolge i temi della scuola nei programmi elettorali potrebbe anche essere positiva. Quando gli obiettivi sono condivisi e chiari, la messa in opera e la gestione del cambiamento hanno bisogno di competenze specifiche, senza incursioni improprie della politica[3].
Su queste priorità sembra possibile far convergere le intenzioni politiche, considerando le aree di comune interesse (si veda la tabula presentiae et absentiae nel post “Buone ragioni per leggere i programmi elettorali”, in mgdutto.wordpress.com), e finalizzando le varie soluzioni, misure e indicazioni proposte, al raggiungimento di una risposta adeguata ai problemi che le priorità indicate sottendono. Un’agenda nazionale per dare un futuro alle nostre scuole potrebbe anche fare sintesi delle diverse sensibilità che i programmi elettorali, aldilà della lettera, hanno espresso: dalla preoccupazione per le disuguaglianze, che LeU ha messo in primo piano, alla necessità di riesaminare il raccordo della professione docente con il territorio (federalismo scolastico); dalla ripresa di investimenti che il Partito democratico ha saputo mettere in atto, alle prove tecniche di dialogo reale con gli operatori della scuola che il M5S ha testato; dalla sottolineatura, fatta da Fratelli d’Italia, del carattere statale e pubblico della scuola come istituzione nazionale, alle istanze del pluralismo educativo che ispira Forza Italia da sempre. In questa ottica si potrebbe anche ritenere che la ripresa del dialogo sociale con i partner sindacali, e l’appuntamento del prossimo contratto nazionale di lavoro per il personale della scuola, siano condizioni favorevoli per disegnare e mettere in atto non misure dirompenti, ma ragionevoli soluzioni per valorizzare le professioni dell’insegnare.
Per una strategia nella direzione indicata occorre un profondo cambiamento nel modo di analizzare il futuro della nostra scuola. Paradossalmente proprio per la scarsa rilevanza che le questioni scolastiche hanno nei programmi elettorali, potrebbe essere vincente il tentativo di riempire il vuoto di proposte con un itinerario ragionato e ragionevole di impegno per il domani delle nostre scuole. È difficile immaginare un’opposizione a quanto proposto o al lavoro attorno alle priorità. Potrebbe anche saldarsi in questo modo lo sforzo quotidiano dei docenti (evitando di distinguere tra meritevoli e non meritevoli) e degli studenti con le scelte politiche: un incontro che farebbe onore ai decisori politici e potrebbe aprire nuovi scenari per le generazioni che domani avranno in mano il futuro del nostro Paese. In questo modo l’offerta formativa e la sua accertata qualità potrebbero, infatti, partecipare significativamente alla formazione del capitale umano necessario per la crescita e il benessere del nostro Paese, contribuendo alla competitività e alla produttività del sistema economico, e all’erosione sul nascere delle disuguaglianze che minano la coesione.
[1] Si mettano a confronto i livelli di performance degli studenti italiani, la quota di resilienti e la percentuale di studenti con preparazione inadeguata nell’area matematica, con quelli relativi alla lettura e alle scienze.
[2] Pertinente appare l’annotazione di Carlo Cottarelli circa il condizionamento delle culture dominanti nelle burocrazie centrali (“… non è chiaro perché i vertici dell’amministrazione – i manager pubblici – finiscano per essere spesso esperti di diritto amministrativo. Forse che il diritto amministrativo dà una preparazione in campo manageriale?”) (La lista della spesa. La verità sulla spesa pubblica italiana e su come si può tagliare, Feltrinelli, Milano 2015, p. 188).
[3] Scrive Parag Khanna: “Molte delle funzioni necessarie a una società libera, ordinata e sicura richiedono quella continuità di politiche pubbliche che può essere garantita solo sottraendo l’amministrazione alla manipolazione politica. Nelle tante aree in cui l’interesse nazionale è sufficientemente chiaro, la tecnocrazia ha il merito di tracciare un confine tra democrazia e caos politico” (La rinascita delle città-stato, Fazi Editore, Roma 2017 p. 128).
Per un’analisi delle proposte sulla scuola delle diverse forze politiche vedi i seguenti contributi sul blog di Mario G. Dutto https://mgdutto.wordpress.com/
Il dirigente scolastico e la leadership della scuola
Mario Giacomo Dutto
pagg. 320, luglio 2016, euro 28,50
La sfida vera per un dirigente è quella di coltivare il capitale professionale della propria comunità educativa, attraverso la conoscenza delle basi organizzative, la padronanza delle dimensioni giuridico-amministrative e la familiarità con gli interventi di valutazione. Con una metafora nautica, l'autore indica ai dirigenti scolastici, e a coloro che aspirano a diventarlo, la via della transizione verso la guida di scuole autonome che mollano gli ormeggi e prendono il largo. Il volume fornisce un aiuto prezioso per capire i difficili processi in atto nel governo delle scuole, ma è anche una fonte ricca ed aggiornata di riferimenti sull'evoluzione di una professione le cui potenzialità iniziano, ora, ad essere valorizzate.
Il nuovo documento per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione dal titolo “Indicazioni nazionali e nuovi scenari” sollecita le scuola ad una rilettura delle Indicazioni 2012, attraverso il filtro della cittadinanza, in modo particolare pone l’attenzione su alcuni aspetti costitutivi della contemporaneità.
Il documento è stato da alcuni rilanciato nel web come “Le nuove Indicazioni 2018”, suscitando reazioni anche scomposte. Per molti, infatti, i cinque anni che sono trascorsi dall’emanazione delle Indicazioni nazionali per il curricolo 2012 ad oggi, non sono stati sufficienti per capire tutti gli aspetti innovativi ivi contenuti e per metterli alla prova. Perché quindi proporre ulteriori novità?
Il realtà l’attuale documento è intitolato ai “Nuovi scenari”, e rientra nella normale e necessaria manutenzione, anche ad evitare il rischio che le originarie spinte innovative e riflessive si affievoliscano e lascino il posto a comportamenti più routinari.
In modo particolare si possono selezionare le seguenti priorità.
Il documento veicola operazioni a diversi livelli che, se ben coordinate, potrebbero diffondere maggiormente le innovazioni sul piano curricolare e far decollare, in termini di condivisione, le ricerche delle scuole che si sono permanentemente messe alla prova. C’è un’attenzione sul piano istituzionale non solo per via dei contenuti del documento, ma anche per gli impegni sulle misure di accompagnamento. Non a caso la nota del 1° marzo 2018 (prot. n. 3645):
Per tutte le attività a livello territoriale, la Direzione Generale per gli Ordinamenti scolastici assicura la presenza dei componenti del CSN (Comitato Scientifico Nazionale) per eventuali incontri seminariali di approfondimento, ma anche per azioni di formazione e sensibilizzazione.
Sono inoltre annunciati seminari nazionali (o interregionali) dedicati ad alcuni ambiti tematici: Cittadinanza e Costituzione; Cittadinanza digitale; Cittadinanza e sostenibilità. Gli incontri consentiranno di mettere a confronto esperti, e rappresentanti del mondo universitario e professionale, con docenti e dirigenti delle varie regioni italiane, che abbiano realizzato esperienze significative nella materia.
È pur vero che le scuole oggi sono sollecitate in maniera incessante (quasi molesta) da iniziative di varia natura, tanto che al dirigente resta difficile fare scelte di priorità e capire ciò che serve veramente per la propria istituzione scolastica. Rispondere a tutte le richieste, senza avere la possibilità di capire come queste possono ricadere efficacemente sulla qualità degli esiti formativi degli studenti, significa assecondare una pericolosa deriva formalistica. Essendo, però, questo un comportamento assai diffuso, le responsabilità non possono essere addebitate ad una carenza di leadership, quanto piuttosto ad uno stile burocratico, prevalentemente amministrativo, mal controllato a livello nazionale. Tale situazione è anche in contraddizione con i riferimenti normativi (es. articoli 78 e 93 della legge 107/2015); essi disegnano, invece, una leadership che tiene ben in equilibrio gli aspetti gestionali organizzativi con quelli di coordinamento, ascolto, valorizzazione. Capita molto spesso: le sollecitazioni che non appaiono portatrici di rischi reali e di responsabilità immediate vengano accantonate, o comunque minimizzate.
È ciò che potrebbe succedere anche alle buone idee contenute in questo documento, che si fanno portavoce della necessità di ritornare in classe per riflettere sulla didattica quotidiana, per migliorare veramente la qualità della nostra scuola. È questo un richiamo importante della nota ministeriale, laddove ricorda che “la scuola di base italiana rappresenta un elemento qualificante del sistema scolastico nazionale, anche grazie all’impegno costante di tanti operatori. Le Indicazioni nazionali costituiscono un punto di riferimento importante per la scuola dai 3 ai 14 anni. Sono un documento che va curato e aggiornato, perché sia sempre capace di esprimere i valori fondanti la nostra comunità nazionale, e di orientare le giovani generazioni a diventare cittadine e cittadini competenti e responsabili”.
[1] Competences for democratic culture. Living together as equals in culturally diverse democratic societies, in https://rm.coe.int/16806ccc07.
È in preparazione un nuovo fascicolo di “Voci della scuola” dedicato ai nuovi scenari delle Indicazioni nazionali per il curricolo. Verranno analizzati, da testimoni autorevoli e ricercatori esperti, tutti gli aspetti sollecitati nel documento: dal coding alla geografia, dalla sostenibilità alle competenze di cittadinanza, dalle arti alla statistica.
Istruzioni operative relative alle rendicontazioni delle somme spese nel periodo 1 settembre - 30 novembre 2016, consegnate dai docenti alle istituzioni scolastiche e non ancora rimborsate: riaperte le funzioni SIDI per la gestione delle autodichiarazioni.
Attraverso l'applicazione web cartadeldocente.istruzione.it, i docenti hanno avuto la possibilità di ottenere il riconoscimento delle spese già sostenute nel periodo compreso tra settembre e novembre 2016, nell'ambito della somma complessivamente prevista (500 euro) attraverso la generazione di un'autodichiarazione al fine di ottenere il rimborso da parte dell'Amministrazione, con una corrispondente riduzione della somma spendibile nell'anno scolastico 2016/2017.
Tenuto conto delle richieste pervenute dai docenti che, pur avendo presentato le autodichiarazioni, non sono stati rimborsati in quanto le istituzioni scolastiche non hanno proceduto alla presa in carico e alla validazione delle stesse entro il 31 luglio 2017, con nota 7 marzo 2018, prot. n. 4221 il Miur comunica la riapertura delle funzionalità SIDI per la gestione delle autodichiarazioni disponibile al seguente percorso: Buona Scuola – Carta del docente – Gestione autodichiarazioni.
Tramite questa apposita funzionalità presente nel predetto applicativo, le istituzioni scolastiche possono gestire la rendicontazione delle somme spese nel periodo 1 settembre 2016 - 30 novembre 2016. In particolare:
Disponibili i modelli di domanda relativi all’indizione dei concorsi per titoli per l'accesso ai ruoli provinciali, per i profili professionali dell'area A e B del personale ATA nell'anno scolastico 2018/19. I bandi sono pubblicati dagli UU.SS.RR. entro il 20 marzo.
Gli Uffici Scolastici Regionali, con esclusione della Valle d’Aosta e delle province autonome di Trento e Bolzano, sono invitati a indire entro il 20 marzo i concorsi per soli titoli per i profili professionali del personale ATA dell’area A e B, per l'a.s. 2018/19.
Con nota 7 marzo 2018, prot. n. 12391 il Miur ha trasmesso agli UU.SS.RR. i modelli di domanda relativi all'aggiornamento delle graduatorie provinciali permanenti:
Coloro che hanno fatto domanda per la terza fascia di istituto di diversa provincia e non erano presenti nelle graduatorie provinciali permanenti possono presentare domanda di inserimento nelle graduatorie provinciali permanenti della nuova provincia della terza fascia di istituto, fatto salvo ovviamente il possesso dei requisiti per l’inserimento nella graduatoria “24 mesi”.
Per il personale che intende usufruire dei benefici della legge 104/92, è prevista la compilazione di un apposito Allegato H, integrativo e non sostitutivo della dichiarazione a tal fine resa dal candidato nei moduli domanda B1 e B2.
Per la scelta delle istituzioni scolastiche in cui si richiede l’inclusione nelle graduatorie di circolo e di istituto di 1° fascia per l’a.s. 2018/19 (Modello G), sarà adottata la modalità telematica. I termini della trasmissione on line del modello G saranno contestuali in tutto il territorio nazionale.
Di conseguenza dovranno essere inviati:
Modalità, tempi e aspetti specifici della procedura on-line suddetta saranno comunicati con successiva nota.
contributi di: Alessia Auriemma • Sergio Auriemma • Alberto Bottino • Antonia Carlini • Giancarlo Cerini • Dino Cristanini • Bruno Di Palma • Susanna Granello • Mario Guglietti • Mario Rossi • Mariella Spinosi • Maria Teresa Stancarone • Rosa Stornaiuolo • Maurizio Tiriticco
pagg. 1408, febbraio 2018, euro 68,00
Uno strumento fondamentale per lo studio dell’ordinamento scolastico, l’aggiornamento professionale, la preparazione a prove concorsuali: Tecnodid presenta l’edizione 2018 del Repertorio - Dizionario normativo della scuola.
Si compone di saggi illustrativi, curati da esperti di settore, su tematiche giuridiche, amministrative, talvolta anche didattiche, temi di attualità, questioni di diritto costituzionale, amministrativo, del lavoro e sindacale, di diritto fiscale, tributario, di contabilità pubblica.
Ogni voce espone i temi, enuncia le fonti normative, informa sul loro evolversi nel tempo.
Ne possono trarre specifica utilità anche gli aspiranti a pubblici concorsi, selezioni interne o prove di esame riferibili a tutte le figure professionali (ispettori, dirigenti scolastici, docenti, dsga, personale amministrativo).
Tutta la modulistica di riferimento è disponibile on line accedendo all’area dedicata.
Il volume è inviato in omaggio a tutti coloro che sono in regola con l'abbonamento a Notizie della Scuola per l'anno scolastico in corso.
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(Per acquisti superiori alle 5 copie si prega di contattare il nostro ufficio commerciale al tel. 081441922)
Con Decreto Direttoriale MIUR 16.02.2018 sono state attivate le procedure per la partecipazione ai concorsi regionali riservati ai docenti abilitati.
La procedura concorsuale è riservata.
Possono partecipare a pieno titolo:
Possono partecipare con riserva:
Il termine di presentazione della domanda, compilabile esclusivamente nello spazio web “Istanze on line”, è fissato alle ore 23,59 del 22 marzo 2018. La partecipazione è concessa in una sola regione, e con una sola istanza si partecipa a tutte le classi di concorso e tipologie di posto cui il titolo consente di accedere. È previsto il pagamento di una tassa di iscrizione pari a 5 euro per ciascuna classe di concorso specificata, anche se appartenenti allo stesso ambito disciplinare.
La piattaforma web prevede 7 sezioni.
Nella prima i candidati scelgono le classi di concorso, selezionando da un menù predefinito la tipologia del titolo di accesso. È importante ricordare che l’art. 3, co. 3 del D.M. 249/2010 fa riferimento esclusivamente ai corsi di abilitazione nelle discipline artistiche, musicali e coreutiche, mentre l’art. 15 comma 1 e 17 del D.M. 249/2010 è riferito alle altre abilitazioni conseguite con corsi TFA ordinari.
La seconda sezione sarà compilata solo dagli aspiranti che concorrono per il sostegno.
La terza sezione è dedicata alla dichiarazione degli altri titoli valutabili e dei servizi prestati.
La quarta, la quinta e la settima sezione sono riservate alla dichiarazione dei titoli di preferenza, di riserva e generali.
Nella sesta si sceglie la lingua straniera le cui competenze saranno valutate nel colloquio.
La tabella A allegata al decreto ministeriale prevede l’attribuzione di massimo 60 punti, di cui: massimo 34 punti per il titolo di accesso; massimo 25 punti per i titoli professionali/culturali; massimo 30 punti per i titoli di servizio.
Le valutazioni sono diverse a seconda che si concorra per la scuola secondaria, il sostegno o il profilo ITP.
Il concorso si articola in una prova orale non selettiva, seguita da un percorso annuale finalizzato a verificare la padronanza degli standard professionali, al termine del quale ci sarà la valutazione finale.
La prova orale, la cui durata massima è di 45 minuti, consiste in un colloquio sui contenuti di una lezione simulata, volto anche all’accertamento della conoscenza della lingua straniera almeno al livello B2.
Per la prova orale possono essere assegnati al massimo 40 punti, di cui 3 per la valutazione delle competenze linguistiche e 3 per la valutazione delle competenze metodologiche anche riferite alle TIC.
Per i posti comuni la prova orale è distinta per ciascuna tipologia di posto e per classe di concorso (per gli ambiti la prova è unica), e valuta la padronanza delle discipline in relazione alle competenze metodologiche, e la capacità di trasmissione e progettazione didattica anche in relazione alle TIC.
Per il sostegno la prova orale accerta la competenza del candidato nelle attività di sostegno all’apprendimento, nella progettazione didattica e all’impiego delle tecnologie.
Al termine della procedura sarà pubblicata la graduatoria di merito regionale – che sarà soppressa solo quando sarà esaurita –, con ammissione annuale nel limite dei posti dei soggetti al percorso annuale FIT.
Lo scorrimento della graduatoria di merito avviene annualmente nel limite dei posti previsti dall’art. 17 c. 2 del D.lgs. 59/2017, e prevede l’ammissione al percorso corrispondente al 3° anno FIT.
L’ammissione al percorso del terzo anno FIT comporta la cancellazione da tutte le graduatorie di merito regionali, da tutte le graduatorie ad esaurimento e da tutte le graduatorie di istituto.
La pubblicazione dell’ordinanza ministeriale per la mobilità per il prossimo anno scolastico 2018/2019 è imminente; infatti è prevista per l’inizio della settimana entrante.
È assolutamente certo che l’ordinanza sarà emessa sulla scorta del Contratto Collettivo Nazionale integrativo sottoscritto in data 11.4.2017, relativo alla mobilità per l’anno scolastico 2017/18, atteso che in data 7 marzo 2018 è stato sottoscritto, tra la parte pubblica e le OO.SS. del comparto scuola, un “accordo ponte” che ha prorogato il predetto CCNI, limitatamente alla mobilità per l’anno scolastico 2018/19.
Con ogni evidenza, l’ordinanza sulla mobilità detterà le medesime istruzioni trasmesse con l’ordinanza relativa all’anno scorso, con le necessarie rettifiche, rese indispensabili per attualizzare le procedure al nuovo anno scolastico.
Infatti l’ordinanza, quando sarà stata pubblicata, prevederà che ogni riferimento all’anno scolastico 2017/18 si trasformi in 2018/19, spostando in avanti, ad esempio, l’inizio dell’ottennio per il rientro del soprannumerario nella sede o nel comune di precedente titolarità.
Le scadenze per la presentazione dell’istanza saranno, molto probabilmente, le seguenti:
La percentualizzazione dei posti da destinare alle procedure di mobilità professionale in ambito provinciale ed a quelle di mobilità interprovinciale resta identica a quella dell’anno scorso, come anche per la mobilità professionale riferita alle classi di concorso specifiche del liceo musicale.
L’impegno assunto con il CCNI sottoscritto l’11 aprile 2017, finalizzato a prevedere per la trasmissione dell’istanza, a partire dall’anno scolastico 2018/19, l’utilizzo per il personale educativo del portale Istanze on line del sito del Miur, viene mantenuto.
In conclusione, a parte quanto appena elencato, non risultano esservi ulteriori modifiche rispetto alle procedure contenute nella precedente ordinanza.
Pubblicate da parte del Miur le Linee Guida “Verso un Piano Nazionale per l’Educazione Finanziaria degli adulti”. Presupposto del documento è l’importanza dell’alfabetizzazione finanziaria ai fini di garantire le condizioni per un esercizio attivo e responsabile della cittadinanza.
Il documento, trasmesso con nota 8 febbraio 2018 prot. n. 2217, è un primo strumento per favorire e sostenere l'attivazione di "Percorsi di Garanzia delle Competenze" destinati alla popolazione adulta in età lavorativa per l’acquisizione di competenze di base trasversali, tra cui viene espressamente indicata la cosiddetta alfabetizzazione finanziaria.
Il progetto Educazione Finanziaria nei CPIA (Progetto EduFinCPIA) intende favorire l'avvio graduale nel sistema di istruzione degli adulti di quanto previsto dalla Legge n. 107/2015 (art. 1, comma 7, lett. d), in modo da rendere sistematica ed organica l’educazione finanziaria nei percorsi di istruzione degli adulti: non si tratta solo di garantire agli adulti la capacità di portare a compimento ed esattezza semplici operazioni di natura finanziaria, ma di condurli, per tutto l’arco della vita, a conoscenze più adeguate anche nel campo economico-finanziario in modo da garantire loro le condizioni per un esercizio attivo e responsabile della cittadinanza.
L’obiettivo è dunque quello di aiutare una fascia di cittadini svantaggiati a decidere in modo autonomo e consapevole; in questo modo si realizzano quelle premesse necessarie per una cittadinanza matura e finalizzata al bene comune, che si declina poi come premessa indispensabile per il bene individuale e viceversa.
La dimensione etica rappresenta pertanto una prospettiva irrinunciabile del progetto: l’uso etico del “denaro” costituisce il senso ultimo del suo uso corretto; l’alfabetizzazione funzionale trova la sua autentica ragione nella coscienza e consapevolezza della necessità della cura del “comune” come condizione per un effettivo esercizio attivo della cittadinanza globale.
Le Linee Guida recando indicazioni operative per la progettazione delle unità di apprendimento (Assetto organizzativo; Assetto didattico; Correlazione competenze, conoscenze, abilità; Asse economico; Unità di Apprendimento (UDA); Rubriche di valutazione; Ipotesi di griglia di misurazione delle competenze chiave e di cittadinanza), indicazioni metodologiche e allegati relativi alle risorse a disposizione e alle operazioni di monitoraggio.
Il Miur è il primo Ministero ad adottare Linee guida sull’uso del genere nel linguaggio amministrativo. Il documento è stato elaborato da un Gruppo di lavoro coordinato dalla docente di Linguistica Cecilia Robustelli. Al Miur anche smart working e asili nido, per meglio conciliare i tempi fra vita privata e professionale.
Lo scorso 7 marzo sono state presentate al Miur, nel corso dell’evento “Dalla parte di tutte e di tutti”, le Linee guida sull’uso del genere nel linguaggio amministrativo.
Il documento è stato illustrato dalla professoressa Cecilia Robustelli, docente di Linguistica italiana all’Università di Modena e Reggio Emilia e coordinatrice del Gruppo di lavoro, e dal professor Marco Mancini, Capo Dipartimento per la formazione superiore e la ricerca del Miur. Le Linee guida forniscono indicazioni su come dare conto del maschile e del femminile nei testi del Miur, puntando a promuovere un uso non sessista e non discriminatorio dell’italiano. “L’uso corretto del genere”, si legge nel comunicato stampa, “consente infatti di diffondere sempre più una cultura del rispetto, che rifiuta stereotipi e guarda alla diversità come fonte di arricchimento”.
Nella stessa occasione è stata emanata anche la direttiva sullo smart working, che interessa, in una prima fase, i dipendenti della Direzione generale per le risorse umane e finanziarie e della Direzione generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica. La direttiva individua l’ambito di applicazione, i requisiti e le tipologie di attività che potranno essere effettuate in modalità agile, i criteri di priorità nell’accesso e la procedura di individuazione del personale interessato.
Infine è stato presentato il progetto dell’asilo nido interno al Miur, lanciato lo scorso anno in occasione della Giornata Internazionale della Donna e che sarà pronto entro il prossimo settembre.
Per rispondere ai bisogni complessi degli operatori della scuola, che spesso non hanno vite lavorative lineari, Tecnodid presenta Carriera Scuola, un software per lo sviluppo e il controllo delle ricostruzioni di carriera, ad uso sia di persone singole che di enti e associazioni di categoria.
Per utilizzarlo basta la sola connessione a internet: nessun programma da installare e nessuna manutenzione, in quanto gestito direttamente da Tecnodid. Con l’inserimento di poche informazioni anagrafiche e relative al servizio pre-ruolo e di ruolo, il software sviluppa la carriera del personale del comparto scuola (compresi gli insegnanti di religione ed i passaggi di ruolo con relativa temporizzazione) e definisce gli inquadramenti retributivi.
Restituisce la riproduzione del decreto di ricostruzione come dovrebbe essere, in modo da poter controllare la correttezza del provvedimento ufficiale, e visualizza i possibili passaggi di gradone futuri. Saranno poi implementate funzioni previdenziali, come la determinazione della prima data teorica per il perfezionamento del diritto a pensione.
Il 22 febbraio 2018, nella Sala della Comunicazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la Ministra Valeria Fedeli ha presentato il documento di lavoro “Indicazioni nazionali e nuovi scenari”, elaborato dal Comitato Scientifico Nazionale per l’accompagnamento delle Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo. Il documento non sostituisce le Indicazioni del 2012, come qualcuno ha frainteso, ma intende indagare i “nuovi scenari” culturali, sociali ed innovativi, alla ricerca degli elementi essenziali, e di valore, che li caratterizzano, affinché il dibattito, la ricerca e il lavoro delle scuole ne siano influenzati ed arricchiti. Nel paragrafo “L’educazione alla cittadinanza e alla sostenibilità”, infatti, accanto alla Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’UE (2006) e alla Raccomandazione del 23 aprile 2008, sul Quadro Europeo delle qualifiche, si affaccia il documento dell’ONU: “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”.
Il 25 settembre 2015 l’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, in occasione del settantesimo anniversario dell’ONU, dopo due anni di consultazioni ha adottato, con risoluzione 70/1, il documento “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”, comunemente denominato Agenda 2030. Si tratta di un atto ambizioso, un vero e proprio programma di azione, che stabilisce i nuovi Obiettivi globali per lo Sviluppo Sostenibile. L’Agenda è stata sottoscritta dai 193 paesi membri dell’ONU, fra cui l’Italia, ed è articolata in 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile - Sustainable Development Goals, SDGs - e 169 traguardi - target. L’avvio ufficiale del programma d’azione è stato il 2016, e interesserà i Paesi dell’ONU per i prossimi 15 anni. I Capi di Stato che hanno sottoscritto la risoluzione dichiarano di aver preso una “decisione storica su una serie completa e lungimirante di Obiettivi e traguardi universali, trasformativi e incentrati sulle persone”, e di essere “(…) determinati a fare i passi audaci e trasformativi che sono urgentemente necessari per portare il mondo sulla strada della sostenibilità e della resilienza. Nell’intraprendere questo viaggio collettivo, promettiamo che nessuno verrà trascurato.”[1] Al fine di monitorare l’avanzamento dell’Agenda 2030, inoltre, la Commissione Statistica dell’Onu ha approvato 240 indicatori statistici, sulla base dei quali verrà verificato il processo di avvicinamento agli Obiettivi di sviluppo sostenibile per ogni singolo Paese.
L’Italia, così come gli altri Paesi, sta mettendo a punto una propria Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, che comprende impegni ed obiettivi specifici, correlati ai 17 Goals previsti dall’Agenda.
In questo, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è all’avanguardia, come vedremo a breve.
Per comprendere l’Agenda 2030 è necessario aver chiaro il nuovo paradigma di “sviluppo sostenibile”, ed abbandonare l’idea che questo sia relegato unicamente ad una questione ambientale. Lo sviluppo sostenibile è definito come uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri bisogni. I 17 Goals riguardano, infatti, tutti gli aspetti della vita umana e del pianeta, sulla base di una visione integrata di 3 dimensioni: la crescita economica, l’inclusione sociale e la tutela dell’ambiente. Affinché si possa parlare di reale “sviluppo sostenibile”, è necessario perseguire lo sradicamento della “povertà in tutte le sue forme e dimensioni”, al fine di “liberare la razza umana dalla tirannia della povertà e (…) curare e salvaguardare il nostro pianeta”. I 17 obiettivi “(…) mirano a realizzare pienamente i diritti umani di tutti e a raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze[2]”. Si tratta di una nuova strategia d’azione che necessita di un impegno “universale” e “indivisibile” che riguarda tutti e ciascuno, agendo, indissolubilmente e contemporaneamente, su tutti i 17 Goals presenti nell’Agenda.
Si tratta della descrizione di una nuova “cittadinanza globale” perfettamente coerente con quella illustrata nelle Indicazioni 2012, e richiamata nel documento del 22 febbraio 2018.
Per il raggiungimento degli obiettivi dell’ambito dell’Agenda 2030, l’ONU riconosce un ruolo strategico all’educazione, all’istruzione e alla formazione, in un’ottica di Lifelong Learning.
Due sono le dimensioni in cui la scuola è chiamata a partecipare. La prima è quella relativa al proprio mandato istituzionale, ovvero al raggiungimento dei traguardi descritti nel Goal 4: “Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”. La seconda è inerente al ruolo strategico che la scuola svolge nel formare nuove generazioni competenti e responsabili, che contribuiscano ad uno sviluppo sostenibile.
Già a luglio 2017 la Ministra Valeria Fedeli, nella Sala della Comunicazione del Miur, presentava il “Piano per l’Educazione alla sostenibilità” articolato in 20 Azioni suddivise in 4 macro-aree:
Dalla formalizzazione del Piano sono state messe in atto numerose azioni, fra cui dedicare uno dei 4 Laboratori formativi, che i docenti sono tenuti a svolgere durante l’anno di formazione e prova, ai temi dell’educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale.
È chiaro che il rilancio del tema della cittadinanza consapevole, presente nel documento “Indicazioni e nuovi scenari”, rappresenta un altro importante passo avanti nell’ambito degli impegni presi dalla Ministra al momento della sottoscrizione del Piano per l’educazione alla sostenibilità.
Inserire l’Agenda 2030 nell’orizzonte di riferimento delle Indicazioni non aggiunge in termini di “contenuti”, ma in termini di consapevolezza civica del ruolo istituzionale della scuola e di presa di responsabilità del singolo, docente o studente che sia, nel partecipare, anche solo insegnando o apprendendo, alla realizzazione di una società equa, inclusiva e sostenibile. Le Indicazioni 2012 sono perfettamente coerenti con l’Agenda 2030. La scuola è il luogo dove il diritto all’educazione, all’istruzione e alla formazione, diventa dovere e responsabilità di cittadinanza attiva, dove ogni azione messa in essere, fino alla singola unità di apprendimento, contribuisce alla realizzazione del programma della Risoluzione ONU “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”.
In Italia, infine, è stata costituita, su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata”, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che riunisce attualmente oltre 180 tra le più importanti istituzioni e reti della società civile. L’Alleanza ha come mission quella di far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni, la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030. Sul sito di ASvisS (http://asvis.it/), e su quello del Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite (https://www.unric.org/it/agenda-2030), è possibile reperire notizie, documentazioni e materiale didattico utile ad approfondire la conoscenza dell’Agenda e conoscere l’avanzamento del programma.
[1] Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale il 25 settembre 2015 n. 70/1.
[2] Ibidem.
Per la preparazione al concorso a dirigente scolastico, Tecnodid propone la Piattaforma DirCARD in una versione completamente rinnovata, alla luce del Bando e degli ultimi scenari normativi.
Nello specifico, la piattaforma è stata:
La nuova versione si sviluppa intorno a tre sezioni:
La prima sezione permette di esercitarsi su batterie di 100 item prese da un repository di circa 1500 item, e di valutare la propria preparazione secondo i parametri di calcolo del punteggio previsti dal Bando. Per ogni item viene fornita la correzione con il relativo feedback.
La seconda sezione dà accesso ad una ricca serie di contenuti, rivisti ed integrati sulla base delle più recenti disposizioni normative, con tutte le informazioni attinenti alle materie previste dal Regolamento.
La terza sezione aiuta a scrivere in maniera chiara per farsi apprezzare in sede di prova scritta. Contiene esempi di scritture e di rubriche valutative, 40 quesiti con risposte e circa 100 quesiti aperti.
A disposizione restano le batterie di item relative al concorso 2011.
La piattaforma DirCARD offre tutto quanto serve per orientare al meglio il proprio studio e affrontare con sicurezza le prove concorsuali.
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di Salvatore Pace
NUOVA EDIZIONE aggiornata con i decreti applicativi della Buona Scuola
Un agile strumento di lavoro per tutto il personale della scuola, ma soprattutto per coloro che intendono sostenere le prove concorsuali per accedere alla carriera dirigenziale.
Si snoda su dieci capitoli tematici: ogni tema è presentato nei suoi aspetti essenziali ed inquadrato all’interno delle norme fondamentali. Le novità introdotte dalla Buona Scuola sono calate all’interno di un processo organico di evoluzione legislativa, e ne risultano chiari i contorni, gli elementi di continuità e di rottura rispetto alla legislazione preesistente.
Il testo fornisce una rassegna aggiornata del nostro sistema di istruzione e dello scenario europeo. Presenta in anteprima gli elementi essenziali del nuovo regolamento di contabilità, di imminente emanazione da parte del Governo.
Disponibile dal 14 marzo fino alle ore 14.00 del 13 aprile l’istanza on-line (Allegato D3) per la scelta delle sedi relativa alle graduatorie di circolo e di istituto di terza fascia del personale ATA.
Lo ha comunicato il Miur con nota 6 marzo 2018 prot. n. 11970.
Per garantire la corretta trasmissione delle istanze dell’allegato D3, restano disponibili le funzioni per la gestione delle domande da parte delle istituzioni scolastiche competenti, in quanto l’invio dell’istanza presuppone che la corrispondente domanda di nuovo inserimento/aggiornamento/conferma sia stata già inserita al SIDI in una scuola della medesima provincia.
Ricordiamo la sezione dedicata del sito Miur: Aggiornamento delle graduatorie d’istituto personale ATA.
Entro il prossimo 24 marzo ciascun U.S.R. è invitato a presentare una lista di scuole alle quali assegnare il contingente destinato di assistenti che affianchino il docente di lingua e cultura straniera. Tali istituzioni scolastiche dovranno presentare la richiesta di assegnazione entro il 6 aprile.
In attuazione di accordi culturali bilaterali fra l’Italia ed alcuni Paesi Europei (Austria, Belgio, Francia, Regno Unito, Irlanda, Germania e Spagna) anche per l’a.s. 2018/2019 il Miur mette a disposizione di un numero limitato di scuole un assistente di lingua che affianchi il docente di lingua e cultura straniera.
Con nota 28 febbraio 2018 prot. n. 3474 si chiede agli UU.SS.RR. di individuare il gruppo di istituti scolastici da candidare all’attribuzione di un assistente.
Gli assistenti sono generalmente dei giovani laureati o studenti universitari con una conoscenza di base della lingua della lingua italiana, selezionati nel paese europeo di provenienza per svolgere attività didattiche in classe, affiancando il docente di lingua e cultura straniera per 12 ore settimanali nel corso di un periodo di tempo che può variare da un minimo di 6 fino a un massimo di 8 mesi.
Per l’anno scolastico 2018/2019 sono disponibili 220 posti di assistente di lingua straniera, così ripartiti per Paese di provenienza:
Condizione di ammissibilità dell’istituto scolastico è che siano previste almeno 24 ore settimanali di insegnamento curriculare della lingua per la quale si chiede l’assistente, distribuite su un minimo di due cattedre (unica eccezione è l'assegnazione condivisa). L’assistente potrà collaborare con un massimo di quattro docenti di lingua. La scuola dovrà assicurare un'adeguata integrazione dell'attività dell'assistente, attraverso l'elaborazione di un progetto inserito nel Piano dell'offerta formativa e la designazione di un docente con funzioni di tutor e di coordinatore di tutti i docenti del dipartimento della lingua straniera di riferimento.
Dopo aver verificato la sussistenza delle condizioni di ammissibilità per gli istituti scolastici candidati, gli UU.SS.RR. dovranno procedere all'individuazione degli Istituti scolastici assegnatari, tenendo conto dei seguenti criteri:
Una volta terminata la selezione, ciascun U.S.R. informerà degli esiti le scuole selezionate e procederà alla loro registrazione on-line attraverso l'apposita funzionalità SIDI entro il 24 marzo, distinguendo tra istituti assegnatari ed istituti riservisti.
Le scuole selezionate dovranno presentare la richiesta di assegnazione entro il 6 aprile, tramite l'apposito modulo disponibile sul sito del Miur, alla pagina dedicata.
Coordinamento redazionale a cura di Giancarlo Cerini
Direttore responsabile Gabriella Crusco
Autorizzazione Tribunale di Napoli n. 65 del 20/12/2016
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